Giulio Molinari, l’Ironman di.. Trek Abbiamo incontrato Giulio Molinari, il forte triatleta sulle lunghe distanze alla vigilia della stagione: un momento di “ripartenza” tra allenamenti in altura, ripresa della quotidianità ed una nuova bici con cui sfidare il mondo.

Giulio Molinari, l’Ironman di.. Trek Abbiamo incontrato Giulio Molinari, il forte triatleta sulle lunghe distanze alla vigilia della stagione: un momento di “ripartenza” tra allenamenti in altura, ripresa della quotidianità ed una nuova bici con cui sfidare il mondo.

Si muove sicuro nello spazio, con calma e precisione, e lo sguardo vigile scandaglia ciò che lo circonda. Quando varca lo showroom, i suoi occhi si sgranano dallo stupore. Anche se sei il più forte Ironman italiano in circolazione, il bambino che c’è in te non smette mai di stupirsi.

«Che bello, qui è esposta tutta l’offerta Trek?».

Inizia così il nostro incontro con Giulio Molinari, il triatleta di lunghe distanze che più di tutti rappresenta l’apice del movimento triplice.

 

Giulio, come è iniziata questa incredibile avventura?

Ho iniziato a nuotare quando avevo 4 anni, avevo una piccola ernia ombelicale e il cugino di mia madre che era pediatra le disse “Barbara, prova a farlo nuotare, così cerchiamo di evitare un’operazione”. Per me era un dramma, non ne volevo sapere di nuotare! Poi le cose sono cambiate, tanto che, anni dopo, per mettermi in castigo per qualche marachella, c’era la minaccia di impedirmi di andare in piscina. Ho iniziato a fare le campestri a scuola, fin quando in terza media nella squadra di nuoto, entrò anche un ragazzino inglese (e sappiamo quanto il triathlon in Inghilterra sia praticato) la cui mamma vedendomi arrivare agli allenamenti di nuoto con la mia bicicletta, mi disse di provare a fare una gara di triathlon. È stato amore a prima vista! Con il triathlon mi si è aperto un mondo.

 

Il Triathlon: un mondo moltiplicato per tre. Come si riesce a coniugare discipline apparentemente così lontane?

Credo che sia è una concezione di vita, uno stile mentale. Sembra strano, ma quando ti avvicini al triathlon dici “è il nuoto più la bici più la corsa”, ma dopo pochi anni capisci che è uno sport unico e la chiave di lettura, sia a livello amatoriale che a livello professionistico, è viverlo come un unicum.

Potremmo definire il ciclismo l’elemento centrale del triathlon?

Specialmente nell’Ironman direi.. Per chi corre l’Ironman, la bici ha un peso veramente importante: se pensiamo che sulle 8 ore di gara 4 ore le facciamo in bici, ci deve essere tanto amore per la bicicletta! Pensa che a Fuerteventura sono arrivato ad allenarmi 27 ore a settimana in bicicletta.

Ma quanto ti alleni? È la consueta domanda degli amatori.

Le mie giornate tipo, per fortuna, sono sempre molto varie, poche settimane sono uguali una all’altra. Per esempio, ora che siamo a inizio marzo sono appena rientrato da Fuerteventura e in massimo carico arrivo ad allenarmi tra le 34/36 ore a settimana. Le settimane vicino alle gare, il carico di lavoro è minore quindi siamo intorno alle 20/25 ore e nelle settimane dopo l’Ironman l’impegno è nettamente più basso perché bisogna recuperare un po’ di energia.

Posizionamento in bici: quanto è importante investire il proprio tempo in questa operazione?

Chi lavora a stretto contatto con me mi chiama ‘Capitan Precisetti’ perché lavoro molto sui particolari: con un particolare non si vince ma, la somma di tanti piccoli particolari possono fare la differenza. Un esempio è la pedivella: sono partito con una da 175 millimetri, mentre ora uso la pedivella da 165 millimetri. Dalle prove di laboratorio e dagli studi che abbiamo fatto, si è riscontrato che per le distanze lunghe, è molto più confortevole e prestativo avere una leva più corta, anche in vista della frazione di corsa: meno oscillazione del quadricipite, con conseguente apertura dell’angolo tra il tronco e la coscia. Vorrei ricordare a tutti gli appassionati l’importanza del bike fitting. Se devo fare 180 km in bici devo essere veloce, più veloce possibile, ma devo essere anche comodo perché poi devo correre una maratona, quindi non posso scendere con male alla schiena, al collo o alle braccia.

Tu hai a disposizione tre biciclette della gamma road di Trek: Speed Concept, Madone e da quest’anno anche l’émonda. Che sensazioni hai in sella a queste bici?

Quando ho iniziato ad usare la Speed Concept è stata una vera rivoluzione. Io e il mio bikefitter ce ne siamo resi conto subito, siamo andati in galleria del vento e abbiamo capito quanto fosse veloce. Abbiamo dedicato il giusto tempo per trovare la configurazione ideale, come è giusto che sia, avevo bisogno di conoscere la bicicletta, ma ben presto ho trovato un gran feeling: i risultati nelle gare e i tempi nella frazione in bici sono lì a dimostrarlo.

La Madone è una bici da crono col manubrio da strada. È precisa negli inserimenti in curva, ed è velocissima sul dritto, ne sono entusiasta.

L’ultima arrivata è l’émonda che avevo giù utilizzato in passato con ottime sensazioni e validissimi tempi in salita.. non vedo l’ora di pedalare di nuovo con questa bicicletta.

Prossimo obiettivo, Ironman?

Inutile nasconderlo. L’obiettivo è Kona, tornare alle Hawaii. Speriamo di poter intraprendere una qualifica alquanto più lineare possibile e ovviamente il secondo sabato di ottobre essere sull’isola. In gara mi piacerebbe riuscire a classificarmi tra i primi 10 alle Hawaii, ovvio che poi il grande obiettivo rimane sempre, e per tutti, il podio. Però penso che concludere nella top 10 sia per me ragionevolmente fattibile.

E il futuro? Cosa farai una volta conclusa la carriera da professionista?

Onestamente non mi sento ancora pronto per pensare come sarò una volta finita la carriera agonistica perché mi piacerebbe arrivare a 40 anni ed essere ancora competitivo, e solo allora pensare “al dopo”. Sicuramente mi vedo nel mondo del triathlon perché come ho sempre detto il mondo del triathlon mi ha dato tanto e quindi arriverà il momento che io dovrò restituire quello che ho avuto.

Segui altri sport?

Tutto, veramente tutto, dove ci sia della competizione. Ho imparato ad apprezzare il salto con gli sci. Ho iniziato a leggere come si allenano gli atleti, tutte le componenti tecniche e.. ci sto facendo un pensierino (ride).

 

Ma sei agonista dentro e fuori anche nella vita di tutti i giorni?

Sì assolutamente. Anche se gioco a rubamazzetto mi girano le scatole perdere.

Speed Concept

Speed ​​Concept è pura performance da triathlon. Integrazione totale, aerodinamica, numerose regolazioni ed personalizzabile attraverso il servizio Project One.
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