Paola Pezzo Abbiamo fatto due chiacchiere con Paola Pezzo, mountain biker italiana. Professionista fino al 2005, specialista nel cross country, disciplina nella quale fu due volte campionessa olimpica.

Paola Pezzo Abbiamo fatto due chiacchiere con Paola Pezzo, mountain biker italiana. Professionista fino al 2005, specialista nel cross country, disciplina nella quale fu due volte campionessa olimpica.

Ciao Paola, molti appassionati di ciclismo si chiedono: cosa fa adesso Paola Pezzo?

Paola Pezzo ora fa principalmente la mamma, anche se mi mantengo attiva ogni giorno con varie attività. Infatti sono istruttrice federale di Mountain Bike in un liceo sportivo, e per non farmi mancare niente ho anche una scuola per giovanissimi, sempre di MTB.

Quanto fa parte della tua vita ancora il mondo della bicicletta?

Da quando ho smesso con l’attività agonistica sono comunque sempre rimasta nell’ambiente, soprattutto con i figli che praticano ciclismo. Poi collaboro da anni con Trek, e oltre a questo vengo spesso coinvolta ed invitata in varie manifestazioni e progetti, e la cosa mi fa sempre piacere. Infine anche la mia passione per le due ruote non è mai svanita, quindi spesso pedalo in sella ad una delle mie bici, soprattutto fuoristrada.

 

Sappiamo che per le tue scampagnate hai a disposizione una mountain bike muscolare e una elettrica. Come decidi quale utilizzare per le tue uscite?

Per le uscite più tecniche preferisco la mia mountain bike tradizionale, mi diverto a disegnare traiettorie con una bici più leggera. Per le uscite più lunghe con la presenza di qualche salita invece preferisco utilizzare l’e-bike, ma in ogni caso mi diverto sempre tantissimo con entrambe le tipologie di bici.

Quali sono i cambiamenti principali tra le bici che utilizzavi tu per gareggiare e quelle che utilizzi oggi?

I cambiamenti sono stati notevoli: dai materiali utilizzati per costruire i telai, ai pesi dei vari prodotti, alle sospensioni e anche della componentistica, senza dimenticare la variazione della dimensione delle ruote. Oltre allo sviluppo così veloce e incredibile della tecnologia, bisogna considerare anche la differenza di percorsi tra quando gareggiavo io e ora: i passaggi tecnici sono sempre più difficoltosi, quindi è veramente cambiato tanto dagli anni delle mie competizioni ad oggi

Preferisci pedalare da sola o in compagnia?

Attualmente non dovendo allenarmi per competere è tutto diverso: preferisco la compagnia e pedalare per godermi i tracciati e i panorami dei percorsi che vado ad affrontare. Quando correvo invece preferivo le uscite in solitaria, riuscivo a mantenere una maggiore concentrazione e il giusto focus sui miei obiettivi.

Alle ultime olimpiadi, nella specialità che ti ha vista vincitrice nel 1996 e nel 2000, si è affermata Jolanda Neff. Cosa pensi dell’atleta svizzera? Ha meritato la vittoria?

Jolanda è una grande atleta, tecnicamente molto forte e sicuramente ha meritato tutto ciò che ha vinto in carriera. Le olimpiadi le ha strameritate, e sono molto felice sia stata lei a conquistare l’oro. La vittoria e il dominio svizzero non sono stati certo un caso: sono frutto di una grande squadra e di una gestione tecnica da parte dell’italiano Edmund Telser davvero impeccabile.

Oltre alla bicicletta, quali sono le altre tue passioni?

La mia passione principale oltre al mondo bici è il nordic walking, che è un proseguimento naturale rispetto allo sci di fondo, la mia prima e vera grande passione.

 

 

Quando sei presente alle manifestazioni si sente ancora parecchio il calore della gente per te. Che effetto ti fa a distanza di anni ancora questo affetto da parte delle persone?

È sempre emozionante vedere questo calore nei miei confronti a distanza di anni dalle mie imprese. Quando ero un’atleta ritenevo più che giusto dedicare la giusta attenzione e il tempo necessario ai tifosi: volevo che ognuno se ne andasse con un bel ricordo, oltre a un autografo o ad una fotografia. Anche se dopo una gara si è molto stanchi, è giusto dedicare spazio a chi è venuto a fare il tifo per te: i campioni si vedono anche da questo. E la gente, col tempo, si ricorda della tua disponibilità nei loro confronti.

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