Cicco, sei pronto? Per Giulio il 2022 non è come le altre stagioni. Il lungo stop, la preparazione, la doppietta Giro-Tour e una grande voglia di rivincita. Ecco un pezzo esclusivo, a meno di 24 ore dal debutto stagionale

Cicco, sei pronto? Per Giulio il 2022 non è come le altre stagioni. Il lungo stop, la preparazione, la doppietta Giro-Tour e una grande voglia di rivincita. Ecco un pezzo esclusivo, a meno di 24 ore dal debutto stagionale

Giulio Ciccone - Photo Credits: @rossbellphoto

Per un gioco del destino o per mera coincidenza, dopo cinque mesi di lontananza dalle gare Giulio Ciccone ripartirà da dove aveva lasciato: Spagna. Il 31 agosto scorso, alla Vuelta a Espana, l’abruzzese fu coinvolto in un caduta di massa che lo costrinse al ritiro e gli impose di chiudere anzitempo la stagione, lasciandogli un trauma contusivo al ginocchio da curare con cautela. Domani, 2 febbraio, alla Volta Valenciana, riattaccherà il numero sulla schiena per iniziare la stagione 2022.

In questi mesi Giulio non ha mai fatto mistero che l’anno appena cominciato ha un valore diverso, se confrontato con quelli precedenti. Il 2020 e 2021 non sono andati come voleva, complice una buona dose di sfortuna, e sono stati oggetto di una lunga riflessione in autunno. Ma ora bisogna concentrarsi sul 2022 e in Cicco la voglia di rivalsa è ciò che prevale.

“Questa stagione porta con sé un’aspettativa diversa” ha spiegato Giulio. “Sento il dovere e l’esigenza di raccogliere risultati, per me e per la squadra che mi ha sempre dato grande fiducia. In passato ogni debutto è stato accompagnato da discorsi sul potenziale, sul talento, su quanto posso crescere, sui traguardi che posso raggiungere. Con rispetto per tutti, questi discorsi che ora non mi interessano. Ho davanti un anno importante, da vivere con il massimo impegno. Questo è il mio unico pensiero. Mi aspetta un calendario stimolante, con la doppietta Giro – Tour che già mi mette una voglia matta di correre. Tutte le mie energie, fisiche e mentali, sono rivolte esclusivamente alle corse”.

 

 

 

Giulio Ciccone e Letizia Paternoster - Photo credits: @samneedham

I cinque mesi di lontananza dalle gare rimandano la mente di Giulio al 2016, il suo primo anno da prof, nel quale visse un’esperienza simile. A causa di una anomala aritmia, poi risolta con un intervento chirurgico, si dovette fermare per sette mesi. All’epoca fu un periodo tosto, ben diverso da quello appena vissuto che, per stessa ammissione di Giulio, è volato.

“C’è stato periodo senza bici che, per i miei standard in off season, è stato lungo. Ma le giornate sono state sempre piene. I primi mesi dopo l’incidente, settembre e ottobre, sono serviti per curarmi. Dovevo essere sicuro di poter tornare in sella senza dolori. Poi, a novembre, è iniziato il vero avvicinamento al 2022, seppur con gradualità”.

Giulio Ciccone - Photo Credits: @rossbellphoto

“La preparazione invernale è stata un po’ diversa rispetto al passato. Un approccio intenso ma, in un certo senso, più tranquillo. Mi sono dedicato più ai lavori di endurance, per migliorare capacità aerobica. Insieme a Josu abbiamo deciso di posticipare i lavori di qualità, quelli che danno brillantezza. L’obiettivo è una crescita graduale, perché mi aspetta un calendario molto esigente. Giro e Tour sono gli appuntamenti principali e ho intenzione di arrivarci con la miglior condizione. Ma il calendario che mi porterà lì, non sarà certo una passeggiata”

Giulio Ciccone e Tayler Wiles - Photo Credits: @rossbellphoto

“Ci sono corse che mi che mi attraggono, come Fleche Wallonne e Liegi-Bastogne-Liegi. Corse dove potrò misurarmi con il top mondiale, come Tirreno-Adriatico e Volta Catalunya. E poi un inizio di stagione intrigante con Volta Valenciana, Tour de la Provence e Trofeo Laigueglia. In questo percorso per arrivare a Giro and Tour ci saranno giornate in cui sentirò il feeling dei giorni migliori. Quelli saranno i momenti da sfruttare al massimo per lasciare un segno”.

Parlando di Corsa Rosa e Grande Boucle, non è possibile dimenticare quanto di buono Ciccone ha fatto nel 2019, quando le corse entrambe. Maglia azzurra e vittoria di tappa al Giro, vittoria sfiorata e maglia gialla per due giorni al Tour.

“Ricordo preziosi e bellissimi, ma nella mia testa ora c’è la sfida che verrà. Nel ciclismo moderno è fondamentale avere un programma per reggere il confronto in due corse così esigenti. Nel mio, il Giro è l’appuntamento che arriva prima e i miei sforzi adesso sono concentrati su quello. Non parlo di solo di allenamenti. C’è un’energia mentale che va preservata, perché se pensassi già al doppio appuntamento, non riuscirei a lavorare con serenità. Dopo il Giro tirerò una linea e mi concentrerò  sul Tour. Non è una questione di preferenze o priorità, ma esclusivamente di programmazione per affrontarli nel migliore dei modi”.

Prima di tutto, però, bisogna iniziare la stagione, la settima da prof e la quarta con Trek-Segafredo.

“Non nego che c’è un pizzico di trepidazione. Dopo mesi di allenamenti, quando torni alle gare senti sempre la necessità di ritrovare il feeling. Tenere la posizione migliore in gruppo, affrontare un tratto pericoloso, lottare per il piazzamento in finale. Ogni gara porta con sé un livello crescente di stress. Insomma, sono dinamiche che ben conosciamo ma che, a prescindere dall’esperienza, richiedono sempre massima concentrazione. La voglia di correre, comunque, vince sopra ogni preoccupazione: non vedo l’ora di essere ai nastri di partenza”.

Émonda

La più leggera, la più veloce, la prima in cima ad ogni salita.
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