Partiamo dal fine settimana che ha inaugurato la primavera, poco più di una settimana fa, che ciclisticamente parlando è stato ricco di eventi: sabato la Milano-Sanremo e domenica il Trofeo Binda. Due appuntamenti in cui la Trek-Segafredo, ovviamente, non ha mancato di onorare.
Noi ragazze abbiamo corso domenica. E, per la seconda volta consecutiva, è stata una di quelle giornate che, tra qualche anno, a cena come “vecchie” amiche, la ricorderemo come una domenica bestiale. La rainbow Elisa, la Balsamo, ha vinto la corsa dopo un lavoro di squadra pazzesco, in cui abbiamo dimostrato che rimanere compatte, fredde, lucide, con un unico e comune intento, il successo non ci scappa..
Avevamo un piano, quello di essere sempre presenti nella rumba che – eravamo certe – sarebbe esplosa nel finale. Poi, all’ultimo giro, di rimanere unite e fare l’ultima salita regolari, senza rispondere agli scatti, rintuzzando ogni possibile gruppetto che avrebbe potuto avvantaggiarsi. A parole sembra semplice; ma sul campo, credetemi, è davvero molto complicato da eseguire, soprattutto perché oltre alle gambe serve molto sangue freddo da parte dell’intera squadra.
Noi abbiamo eseguito il piano alla lettera e nel migliore dei modi. Abbiamo ricucito con pazienza l’attacco di sei atlete. Senza strappare, senza frenesia, per aiutare Elisa a salvaguardare energie fondamentali per la volata. Riprese le fuggitive, abbiamo impostato e tirato la volata ad Elisa. Lei ha fatto il resto, partendo come un razzo sul rettilineo d’arrivo di Cittiglio.
Scusate se mi sono persa nel racconto, ma l’emozione e la soddisfazione per la prestazione di squadra è ancora forte. Sono certa che mi perdonerete 😉
Trofeo Alfredo Binda - photo Roberto Bettini/SprintCyclingAgency©2022
Gent Wevelgem - photo Rafa Gomez/SprintCyclingAgency©2022
Trofeo Alfredo Binda - photo Roberto Bettini/SprintCyclingAgency©2022
Gent Wevelgem - photo Sean Hardy
L’altra parte del mio blog lo dedico alla strada che mi ha portato al Trofeo Binda. E’ stata una settimana particolare, inconsueta rispetto alle altre e non solo perché mi sono beccata una bella broncopolmopeste (ma nient’altro, per fortuna…) che mi fa respirare tuttora come un carlino. Lunedì, prima della corsa, nella mia Ornavasso è arrivata Ellen (Van Dijk) e mercoledì Audrey (Cordon-Ragot) con le quali ho condiviso degli allenamenti sulle strade di casa.
Se per Audrey venire a casa mia è ormai un’abitudine, visto il legame di lunga amicizia e militanza che ci lega dal 2014, anno in cui abbiamo iniziato a correre nella stessa squadra, per Ellen è stata una piacevole novità. E’ stato bello farle scoprire le mie zone, le mie strade, le salite dove di solito mi alleno, la mia Ornavasso e l’ambiente familiare in cui vivo. Conoscere una compagna di squadra, a volte, non comporta un’immediata conoscenza della persona. Penso che, dopo tanti anni gomito a gomito in gruppo, Ellen abbia potuto capire meglio chi sono come donna, pedalando insieme e vivendo un po’ nel mio mondo.
Sono profondamente convinta che per formare una squadra si debba conoscersi non solo come atleti ma anche le persone che stanno sotto al casco e agli occhiali da bici. Il modo migliore per raggiungere il successo è creare una sinergia sfruttando non solo le capacità fisiche di ogni singolo, ma anche il carattere e le diverse emotività di ciascuno. E chissà se, magari, dietro anche ai successi di Elisa al Binda, a de Panne e alla Gent-Wevelgem ci sia anche un po’ del tempo passato insieme ad Ellen e ad Audrey…
Alla prossima!
About the Author: Trek
La nostra missione: costruiamo solo prodotti che amiamo, offriamo un'ospitalità incredibile ai nostri clienti e cambiamo il mondo portando più persone in bici.