Elisa Balsamo A tu per tu con Elisa Balsamo, la campionessa del mondo che ha vinto nelle classiche di inizio stagione, dal Trofeo Binda alla Gand-Wevelgem. 

Elisa Balsamo A tu per tu con Elisa Balsamo, la campionessa del mondo che ha vinto nelle classiche di inizio stagione, dal Trofeo Binda alla Gand-Wevelgem. 

Trofeo Alfredo Binda - Photo credits: Bettini Photo @sprintcycling

Ciao Elisa, iniziamo dal finale della scorsa stagione. Partenza del campionato del mondo: avevi la convinzione o almeno la speranza che qualche ora dopo avresti indossato la maglia iridata?
Sono partita per la gara iridata con la speranza di poter lottare per una medaglia, anche se credevo che l’unica accessibile potesse essere il bronzo. Già dalla mattina, però, ero molto determinata. Quando ho tagliato la linea del traguardo sono stata travolta da una sensazione incredibile. Benchè lo sognassi, non ero preparata. Da un lato è stata una sorpresa; dall’altro, ripensandoci, ero convinta di voler fare bene. Il risultato è stato il frutto di un grande lavoro, in primis con la squadra.

Facciamo un salto nel passato, alle origini della carriera di una campionessa del mondo. A che età hai cominciato e chi ti ha sostenuto per arrivare dove sei ora?
Avevo sei o sette anni. I miei genitori erano (e sono tuttora) grandi appassionati di ciclismo e mi portavano sempre nel negozio di biciclette di un amico di famiglia. Ricordo una bicicletta rossa, appesa al muro, e ogni volta che la vedevo volevo toccarla. Era un sogno per me. Finché, un bel giorno, quella bici è diventata mia. Da lì è sbocciato il mio amore per il ciclismo. Da bambina, oltre a pedalare, praticavo diversi sport. Poi, con il passare del tempo, mi sono accorta che la voglia di correre in bici prevaleva sul resto. Alla fine ho capito che la mia strada era il ciclismo.

Che cosa consiglieresti ad una ragazzina che si approccia ora al ciclismo?
Di divertirsi! La cosa più importante rimane sempre quella. E, soprattutto quando si è molto giovani, è necessario affrontare tutto con estrema calma e serenità, senza mai forzare i tempi. Andare in bicicletta deve essere per prima cosa una passione, il resto viene dopo. Si deve crescere sempre con gradualità, un passo dopo l’altro.

2022: nuova stagione, nuovo Team, nuove ambizioni. Come sono state le prime pedalate con le nuove compagne di squadra?
Il primo approccio è andato molto bene. Sono davvero molto ottimista su quello che mi aspetta e sempre più convinta del cambiamento che ho scelto di fare. La Trek-Segafredo è una delle squadre più forti al mondo, con una struttura molto professionale e super organizzata ma che, al contempo, crea un ambiente molto tranquillo e sereno. Mi sono sentita accolta subito in modo positivo da tutta la squadra, compagne in primis.

 

Gand-Wevelgem - Photo credits: Sean Hardy - @hardyccphotos

Gand-Wevelgem - Photo credits: Sean Hardy - @hardyccphotos

Trofeo Alfredo Binda - Photo credits: Bettini Photo @sprintcycling

Trofeo Alfredo Binda - Photo credits: Bettini Photo @sprintcycling

Ti aspettavi un inizio di stagione così scoppiettante? Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi stagionali?
L’inizio della stagione è stato super, credo oltre le aspettative che, comunque, erano di riuscire vincere al nord. Il successo alla Gand Wevelgem è stato il coronamento. Fin da subito si è creata un’intesa molto buona con le mie compagne, senza le quali non sarei mai riuscita a vincere così tanto. E questo, per una nuova arrivata in squadra, come nel mio caso, è un’iniezione di fiducia notevole. Ora c’è una Roubaix da affrontare, ma senza troppe aspettative. Credo che, per me, non sia ancora tempo di poter ambire al successo. Insomma, io e la Roubaix dobbiamo ancora conoscersi. Poi avrò un periodo di stacco, prima di riprendere le gare in vista di Giro e Tour. Il sogno sarebbe vincere una tappa in entrambe le gare.

Nuova squadra e nuovi anche i materiali. Come è il feeling con la nuova bici?
Ho potuto allenarmi con la Trek Émonda per tutto l’inverno e Mi sono trovata fin da subito molto bene. Nessun problema di adattamento rispetto a quanto ero abituata. Nel ritiro di gennaio ho pedalato anche con la versione a me dedicata, bianca con i colori dell’iride e alcuni dettagli molto, molto cool. Ho avuto anche l’opportunità di provare l’aerodinamicità della Madone e, anche con quella, ho trovato subito un ottimo feeling. Credo che durante la stagione, in base al tipo di gara che dovrò affrontare, sceglierò la più adatta tra le due le opzioni. Con queste bici è stato amore a prima vista!

Hai anche un blog in cui aggiorni i tuoi fan delle tue avventure. Dicci di più: scrivere è una passione o è un modo di rimanere in contatto con chi ti segue?
Mi piace molto scrivere e il blog mi permettere di far correre i pensieri in libertà. Mi sono resa conto che lo spazio dei social è troppo limitato per avere il contatto che vorrei con i tifosi di ciclismo. Tanti sono curiosi di sapere di più sulla vita degli atleti, pertanto ho creato il mio sito per dare loro un punto di riferimento virtuale. Mi permette di raccontare le mie sensazioni, le mie emozioni e come ho vissuto le gare. E’ uno spazio di condivisione che mi piace mantenere vivo. Cerco di tenerlo aggiornato il più possibile anche se, con gli impegni sempre più stringenti, non è facile trovare il tempo per scrivere quanto vorrei.

Chi è Elisa fuori dal mondo ciclistico? Quali altri passioni ha?
Ci sono molte cose che mi piacciono. La bicicletta non è più soltanto una passione, ma è diventato un lavoro vero e proprio, quindi la priorità sono sempre gli allenamenti. La mia passione ora è studiare le materie umanistiche, cosa che mi sta portando a laurearmi in lettere. Ormai mi mancano pochi esami. Mi piace moltissimo leggere, amo la musica e in passato ho suonato con costanza il pianoforte. Ovviamente mi piace trascorrere il tempo con i miei amici e la famiglia L’ultima passione che ho aggiunto è quella del volo: il mio compagno ha il brevetto e col tempo mi sono accorta che volare mi regala una sensazione bellissima, mai provata.

Recentemente hai anche partecipato come ospite ad una serata del Festival di Sanremo. Come è stato? Quanta emozione hai provato?
Un’esperienza magnifica, una cosa totalmente diversa da quella che è la mia vita normale: i vestiti, i gioielli, il dover curare così attentamente la mia immagine. Non è cosa a cui sono abituata. E poi, parlare davanti a più di 9 milioni di telespettatori è stato molto emozionante. Sono molto orgogliosa di aver rappresentato il mondo del ciclismo femminile e sono molto grata per questa opportunità. Anche se il tempo è stato limitato, credo che la mia presenza abbia dato notevole visibilità a tutto il movimento.

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Ogni capo della collezione è progettato per garantire prestazioni da professionista ed è realizzato con gli stessi materiali indossati dagli atleti Trek.
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