Ciao ragazzi! Rieccomi per raccontarvi un po’ di me e di qualcosa che rimarrà impresso per sempre nella mia memoria.
Aprile è praticamente volato via, smaterializzato in un misto di emozioni diverse e contrastanti. L’inizio del mese è stato un po’ travagliato. Ho dovuto interrompere le gare e la preparazione per curare definitivamente quella maledetta sinusite della quale vi ho già parlato nei blog precedenti. Dopo il Fiandre – corso respirando una volta ogni mai… – ho dovuto (a malincuore) saltare Amstel e Freccia del Brabante per non compromettere il resto delle classiche. Non partecipare a queste due gare per me è stato difficile per tanti motivi. Tenevo molto a correre l’Amstel Gold Race, perché è una tra le mie corse preferite, e poi perché io sono una testa dura! Mi piace avere il numero sulla schiena, sentire l’adrenalina della gara. Invece ho dovuto guardare la corsa dalla televisione (vi confesso che, in realtà, ho guardato solo l’ultimo chilometro e nemmeno per intero…)
In quei giorni il morale era sotto le scarpe e le prospettive nebulose. Ho dovuto rivedere il mio calendario e con la squadra abbiamo deciso di affrontare Roubaix, Freccia Vallone e Liegi. Questa decisione ha dato una svolta inaspettata e definitiva al mio aprile. A conti fatti, è stato il punto più alto della mia primavera.
Paris-Roubaix Femmes 2022 - Photo Credits: Gomez/SprintCyclingAgency
Paris-Roubaix Femmes 2022 - Photo Credits: Gomez/SprintCyclingAgency
Paris-Roubaix Femmes 2022 - Photo Credits: Gomez/SprintCyclingAgency
Paris-Roubaix Femmes 2022 - Photo Credits: Gomez/SprintCyclingAgency
Roubaix per me è stata la “corsa delle corse”, nonché il momento in cui mi sono davvero resa conto che dovrei ascoltare più spesso chi mi sta accanto e mi dice di crederci, nonostante non mi senta al massimo, non abbia le sensazioni migliori, non sia come vorrei essere. Io sono una perfezionista e ogni tanto mi dimentico che il ciclismo non è fatto solo di numeri e matematica, ma è anche istinto, colpo d’occhio, coraggio, voglia di vincere e di regalare emozioni. Sento che questa concezione un po’ romantica dello sport ultimamente si sta perdendo e, inconsciamente, la stavo perdendo anche io… fino a quel bellissimo sabato, dove sono andata in corsa pensando solo a divertirmi e a fare ciò che più amo: pedalare (con grinta!). Il finale della storia già lo conoscete: ho vinto. Non ho guardato una sola volta il mio Wahoo che, per una perfezionista come me, è un sacrilegio.
Da “quel sabato” in poi le emozioni che mi hanno attraversato sono state fortissime, tanto da rendere le notti successive insonni e, inevitabilmente, condizionare la mia performance alla Freccia Vallone (chiusa al 6° posto). Alla Liegi sono andata in gara con la mente più leggera e ho portato a casa un buon 5° posto. Un risultato che mi dà morale e mi permette di affrontare il breve periodo di stacco che mi aspetta con leggerezza, prima di risalire in bici e preparare gli appuntamenti dell’estate.
Maggio sarà dedicato agli allenamenti in altura. Ritornerò in corsa dal 6 all’11 giugno al Women’s Tour, farò poi i campionati nazionali e mi tufferò nel caldissimo mese di luglio correndo Giro e Tour.
Mi aspettano corse bellissime, che affronterò portandomi dentro la lezione imparata in questo aprile pazzo: “Non guardare troppo il Wahoo, Elisa!”
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