Luglio col bene che ti voglio… Sì, direi che è il motivetto giusto per accompagnare il mese clou della mia stagione. Dopo la primavera e le classiche, qui ed ora si concentrano due eventi importantissimi del mio 2022: Il Giro d’Italia (appena concluso) e il Tour de France (appena cominciato).
La prima nota del mio blog la dedico ad una sostanziale “novità”. Nel mio armadio non c’è più la maglia tricolore di campionessa d’Italia. Dopo averla portata per due stagioni, a fine giugno ho dovuto passarla alla mia compagna e amica Elisa Balsamo. Non nascondo che il giorno del campionato italiano, passato il traguardo, ho provato una sensazione strana realizzando che non avrei più vestito la maglia tricolore. Con una buona dose di realismo, sapevo che il percorso quest’anno non si adattava e sarebbe stato difficile confermarmi. Ma l’aspetto emotivo non puoi controllarlo. Alla maglia tricolore mi ci ero affezionata. L’ho portata in giro per il mondo con enorme orgoglio ed era diventata come una seconda pelle. Ammetto di aver impiegato qualche ora per farmene una ragione ma, alla fine, mi sono detta: “beh, è solo un arrivederci”. Il fatto più curioso è successo poi al Giro d’Italia, dove il nostro staff non mi riconosceva immediatamente in gruppo e le colleghe mi guardavano quasi stupite. Tante avversarie mi hanno fatto notare che prima era più facile riconoscermi in gruppo. “Bene”, ho risposto, perchè ora sarà più facile andare all’attacco
Giro d'Italia Donne 2022
Giro d'Italia Donne 2022
Tour de France Femmes 2022 - 1st Edition
Giro d'Italia Donne 2022
Archiviato il discorso tricolore, parliamo di Giro. Anzi, del più bel Giro che abbia mai corso. Come Trek-Segafredo possiamo essere super felici. Eravamo un gruppo super affiatato supportato da una squadra super organizzata. Abbiamo vissuto dieci tappe in un clima disteso ma concentrato, sereno ma battagliero, gioioso ma mai distratto. Non che sia stata una corsa facile, sia chiaro. Abbiamo vissuto belle giornate e gioito per le vittorie di Elisa Balsamo, ma le giornate dure non sono mancate, come la tappa di Cesena dove, complice il caldo, ho veramente patito le pene dell’inferno. Però, a prescindere dai risultati, non c’è mai stata tensione tra noi, ma sempre uno spirito competitivo e costruttivo.
Questo Giro è stato anche il modo migliore per approcciarmi al primo Tour de France. Ha creato in me una consapevolezza e serenità che, sono certa, mi serviranno parecchio. Mi aspetto altresì una corsa molto diversa, a partire dall’attenzione mediatica creatasi in questi mesi. Le aspettative di tutti sono alte, sia per la corsa in sé come evento, sia per vedere ogni giorno tappe combattute. Credo che anche nella testa di molte ragazze il livello di aspettativa e pressione sia alto. Immagino vi stiate chiedendo se anche per me è così… ora come ora, vi dico no. So di aver lavorato bene, di essermi preparata a dovere. Non avrei potuto fare o chiedere di meglio. E questa è una consapevolezza enorme. Ovviamente ho un obiettivo, condiviso con la squadra, che è quello di “fare classifica”, come si dice in gergo. E’ qualcosa che voglio provare a fare, che il solo pensiero mi diverte ed esalta. Non per questo, però, voglio che per me diventi una corsa tattica, d’attesa, da correre sulle ruote. Io voglio godermi ogni istante di gara. E voglio farlo a modo mio: aggressivo, divertendomi e cercando di regalare spettacolo alle migliaia di tifosi che ci guarderanno.
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