Elisa Longo Borghini Ciao a tutti! Quando mi hanno chiesto di scrivere il primo blog, il nostro addetto stampa mi ha suggerito che non era necessario presentarmi, che i tifosi sanno “alla perfezione” chi sono. Ma io non ero d’accordo. Voi iniziereste a parlare a qualcuno senza presentarvi?! Anche solo per educazione, caspita!
Così, ho deciso di fare di testa mia e… eccomi qui: sono Elisa Longo Borghini, ciclista del team Trek-Segafredo, e quest’anno cercherò di tenervi compagnia più o meno ogni mese (spero vi auguriate più) parlandovi… un po’ di tutto. Dalla mia vita da ciclista alle mie esperienze in giro per il mondo. E, magari, potrei anche chiedervi cosa vorreste che raccontassi.
Bene, introduzione fatta, ora passiamo al sodo.
Siamo a febbraio e la stagione è alle porte. Dal 17 al 20 sarò impegnata alla Settimana Ciclista Valenciana, una breve corsa a tappe che darà il via al mio 2022. Il debutto è l’opportunità di parlarvi di come ho passato l’inverno, per farvi capire il lavoro di preparazione in vista delle corse.
Dopo uno stacco completo (ovvero senza bici) di una quindicina di giorni ad ottobre, nei quali sono stata negli USA, prima a casa di Trek in Wisconsin, poi da SRAM a Chicago e infine da Pirelli per il GP di Austin (che show!), a novembre ho ripreso con gradualità i miei ritmi da atleta, seguendo il programma di allenamento che mi ha preparato il mio coach, Paolo Slongo.
Il menu prevedeva tre giorni di palestra (a cui legavo un’uscita in bici di circa 2-3h), un giorno di riposo completo ed i restanti dedicati ad uscite in mountain bike e camminate in montagna. Insomma, un programma in cui ero libera di fare ciò che più mi piaceva, senza stress.
Con l’arrivo di dicembre le camminate in montagna sono state sostituite da uscite in bici da strada (ahimè, ciao amati monti…) e qualche lavoro specifico. A gennaio, invece, i carichi di lavoro sono aumentati, così come le uscite su strada. Ho mantenuto solo due volte a settimana la palestra.
Novembre e dicembre sono stati belli e diversi, rispetto al passato, perché ho potuto finalmente dedicarmi anche alla mountain bike, grazie agli amici di Trek Italia che mi hanno dato una Procaliber 9.8 arancione fiammante. Sembrerà strano, ma fino a quest’anno non avevo praticamente mai provato questa disciplina, salvo qualche uscita ignorante, qualche anno fa, insieme a mio fratello Paolo, con una bici che probabilmente non era neanche una lontana cugina di quella che ora noi definiamo MTB.
Uno delle uscite più belle di quest’inverno è stata in notturna, con la luce frontale, insieme a mio cugino Matteo e al mio fidanzato Jacopo. Siamo partiti da Omegna e siamo saliti verso il Monte Barro, per poi scendere in mezzo ai boschi, di nuovo verso Omegna.
Che dire… In salita, tutto bene. In discesa, mi sembrava di essere un elefante in cristalleria. Jacopo e Matteo scendevano come due draghi. Io, dietro a loro, ero più a blocco che mai. Il tutto, ovviamente, reso ancora più difficile dalla scarsa visibilità. Nonostante la mia iper goffaggine, sono arrivata a destinazione sana e salva e super gasata. Ad un certo punto, ho iniziato pure a prenderci gusto in discesa, dimenticandomi del timore di cadere. E’ stato veramente, veramente bello! E poi, che bella vista dal Monte Barro. Da lì si può vedere quasi tutto il lago d’Orta e, soprattutto di sera, è davvero uno spettacolo.
Insomma, è stato un bell’inverno, con la novità della mountain bike che penso diventerà una costante nei miei prossimi periodi di off season.
Per ora, da Ornavasso, è tutto: a voi la linea!
Alla prossima,
Elisa
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